«Restaurata nel pieno rispetto dell’edificio e dei suoi contenuti, la Casa Studio Quinto Martini costituisce un esempio unico di spazio dove in perfetta unità si riflettono l’intera esperienza artistica dell’autore e il suo itinerario di ricerca” (dal Regolamento Museo Diffuso del Comune di Carmignano)
La Casa Studio fa parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria distinguendosi, rispetto alle altre case associate, per l’eccezionale quantità di opere dell’artista: oltre mille tra pitture murali, sculture, quadri e disegni.
Il celebre fotografo d’arte Aurelio Amendola ha esplorato la Casa Studio di Quinto Martini con l’occhio del suo apparecchio fotografico. Ne è scaturito un reportage di straordinaria potenza evocativa.
La Casa Studio è visitabile solo su prenotazione, per piccoli gruppi.
La visita guidata è a cura dell’Associazione Parco Museo Quinto Martini.

La Casa Studio conserva tutti i modelli in gesso da cui sono state tratte le 36 fusioni in bronzo del Parco Museo e, nel 2013, le cinque fusioni postume che oggi sono esposte al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Alla Casa Studio è così possibile immaginare la genesi dei bronzi del parco nel suo contesto d’origine, perché è proprio qui, al piano terra, che l’artista plasmò i modelli in gesso destinati alle fusioni.
Foto: Aurelio Amendola
Fin dai suoi esordi e poi soprattutto tra il 1969 e il 1986, Quinto Martini realizzò numerosi ritratti dei suoi amici artisti, intellettuali e letterati, fino a comporre una serie dedicata alle grandi personalità morali e culturali che animarono la Firenze del suo tempo. In essa Quinto fissò il ricordo vivo di personaggi come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Ardengo Soffici, Carlo Levi, Primo Conti, Luigi Dallapiccola, Piero Bargellini, Anna Banti, Aldo Palazzeschi, Rodolfo Siviero, e insomma tutti quegli scrittori, studiosi, architetti, musicisti, pittori, scultori e poeti che furono i protagonisti della vita politica, intellettuale, artistica e spirituale della città, in gran parte amici di Quinto, in tutti i casi amici di un’idea di civiltà.
Sapiente sperimentatore di tecniche artistiche, Quinto Martini realizzò questi ritratti plasmando il gesso da fresco, e poi ritoccandolo a secco con la subbia, alla ricerca di effetti vibranti di luce e ombra che rendessero l’impressione viva dell’effigiato così come la serbava nel ricordo (sono quasi tutti ritratti a memoria), come per protrarre il dialogo interiore che intratteneva con ciascuno di essi.
Alcuni esemplari della serie sono oggi conservati presso il Gabinetto G.P. Vieusseux e il Museo Novecento di Firenze.
Foto: Aurelio Amendola


Alla Casa Studio l’attività pittorica di Quinto Martini è testimoniata, oltre che dagli strumenti di lavoro, da numerosi dipinti. Tra questi spiccano le grandi pitture murali in cui l’artista rappresentò Le quattro stagioni attraverso i lavori che scandiscono il ciclo della vita di campagna – la raccolta delle olive, la mietitura, la vendemmia, la raccolta della legna.
Foto: Aurelio Amendola
La luminosa veranda della Casa Studio, con le sue ampie vetrate affacciate sul paesaggio, è il luogo dove Quinto dipingeva. Da qui poteva ritrarre la natura in tutte le sue varianti meteorologiche e stagionali. Le intense e sempre nuove sperimentazioni condotte dall’artista per riuscire a restituire con mezzi pittorici i molteplici effetti della luce naturale, sono alla base anche delle sue ricerche di scultore: è grazie alla sua affinata sensibilità pittorica che le sue figure plasmate o scolpite ci appaiono animate.
Foto: Aurelio Amendola


Presso la Casa Studio si trova la serie dei bassorilievi in gesso della Divina Commedia, un’opera alla quale Quinto Martini si dedicò a partire dal 1975 realizzando disegni, dipinti, bassorilievi in gesso e in bronzo, e litografie. I bassorilievi furono esposti per la prima volta nel 1982, mentre la serie completa delle litografie fu pubblicata in tre volumi tra il 1985 e il 1989.
Foto: Aurelio Amendola
Ciò che rende la Casa Studio un unicum nel suo genere non è solo l’integrità dell’assetto o la quantità eccezionale di opere che vi sono conservate, ma anche la peculiarità dell’edificio architettonico e di molti dei suoi arredi e decorazioni. Alla Casa Studio, infatti, ogni aspetto, strutturale e decorativo, fu deciso dall’artista che, inoltre, eseguì personalmente le grandi pitture murali e il disegno di alcuni elementi – le decorazioni in cotto e in cemento delle pareti esterne, il caminetto, e perfino alcuni mobili.
Foto: Aurelio Amendola
